Quando per almeno tre volte a settimana, tutte le settimane della tua vita vedi tua madre tirare giù la spianatoia, prendere la semola, rigorosamente conservata nel sacchetto di tela cucito a mano, le uova dal paniere, l’acqua, togliersi la fede e dare inizio a quella danza senza tempo fatta di mani che girano, stringono, raccolgono, spingono, stendono, sfarinano, arrotolano, stendono ancora, tagliano, cavano e poche volte si riposano; sai già che nome darai al tuo futuro. E parti, giri il mondo, via 15 anni per imparare che sei tu quella spianatoia, quel sacchetto di tela, quel paniere di uova, quella fede che aspetta di essere reindossata ma soprattutto quelle mani che hanno fatto di te un uomo.